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      Onde un de' detti cristiani in tre colpi lo scavezzò, e per Turchi fu fatta festa grande e fatto gridar per tutta l'armata, e al detto bombardiero fu donata una vesta di seta. Il numero veramente e l'artegliarie che avevano posto sotto il castello, tutte erano ad una facciata, ma in sei poste. In la prima era una colobrina de libbre centocinquanta di tiro di ferro, e una petriera di libbre ducento, e poco distante era uno passavolante di libbre sedici di ferro: tamen si tiravano ballotte di piombo, le quali di continuo si disfacevano; e in un altro luogo era una petriera di libbre trecento, e una colobrina di libbre centocinquanta di ferro. In la seconda posta era un altro passavolante pur compagno dell'altro, e tutti due erano delle galee grosse; e in un altro luogo era uno sacro di libbre dodici di ferro, e uno cannoncino di libbre sedici, e un falcon di libbre sei, e uno mortaro di libbre quattrocento di balla. E in un'altra posta era una colobrina da cento, di sorte che gli avevano rovinato un torrione dal cordon in suso, e si poteva correr in cima della batteria a suo buon piacere, perché il torrione non era molto alto e le fosse non erano compite da cavare: ma sí come li Turchi ruinavano, cosí quelli di dentro li ponevano terra e frasche, e riempievano il meglio che potevano. E sappiate che detta fortezza non aveva fianchi, e per esser in sasso non li avevano fatto casematte, ma solamente aveva le cannoniere d'alto, le quali tutte li furono rovinate e tolte: ma la salute loro era che ogni giorno venivano fuori a quindici e venti come lioni arrabbiati, e quanti scontravano tanti amazzavano, di modo che gli avevano posto tale spavento che, quando uscivano fuori, li Turchi eran in fuga e non sapevano che farsi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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