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      E perché il prefato auttore scrive tante fiate della testuggine, per la intelligenzia di questo è da sapere che al tempo de' Romani si facevano lavori, come noi diciamo, di tarsia di grandissima valuta, e massimamente lettiere da dormire e da starvi sopra a mangiare, e pigliavano le scorze di queste testuggini, che noi chiamiamo biscie scodellare, e le segavano in tavolette sottilissime, e insieme con l'avorio coprivano quelle, e credenziere e infiniti lavori di legno: e per questa causa le dette scorze erano tenute in grandissimo prezzo in Roma e per tutta Italia, e i mercatanti con diligenza l'andavano a comprare nel mar Rosso e per tutta l'India. Dice poi che lontano da Aduli forsi cento miglia è un golfo dove si trovava la pietra obsidiana: questa era di color negrissimo e anco trasparente, e se ne facevano specchi, e fu in tanto prezzo, dice Plinio, che alcuni la legavano negli anelli come gioia, e d'una di queste fu fatta la imagine di Augusto, il quale, per dilettarsi grandemente di tal pietra, vi fece fare per cosa maravigliosa e stupenda quattro elefanti, ch'ei dedicò nel tempio della Concordia.
     
     
      Descrizione delle sorti di mercanzie che si portavano d'Egitto per Roma. Delle pietre dette ligdo e calleana. Del gengevo e dove si trovi; della cassia, e come il cinnamomo, cioè cannella, non si trova se non per Zeilam e nell'isole delle Molucche.
     
      Le sorti delle mercanzie che si portavano d'Egitto a questo viaggio erano molte, fra le quali li danari erano medaglie d'oro e d'argento, stole arsinoitice vestimenti da femine fatte nella città d'Arsinoe, che era sopra il mar Rosso, le abolle vesti da uomini.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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