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      Nondimeno, tornato che egli fu a casa, se ei volse che il libro suo fusse veduto, fu sforzato di levarne via tutta quella parte che nel fine dell'opera trattava delle isole Molucche. E noi in questo tempo con grandissima fatica e difficultà avendo mandato a farla trascrivere insino a Lisbona, a pena ne abbiamo potuto avere una copia, e quella anche imperfetta, e il medesimo avemmo fatto del libro del Barbosa in Sibilia. Bene aremmo voluto che come da noi non è mancato di usar ogni diligenza di ritrovar questi libri, che piú felice fortuna gli avesse condotti alle nostre mani piú interi e piú corretti, che molto piú volentieri e presto gli arebbon publicati e messi in luce, non ad altro fine né per altro nostro proposito (come in piú luoghi del presente volume abbiamo detto) che per far cosa grata agli studiosi che si dilettano di tal lezione: della quale, nella descrizione moderna di queste Indie, si leggono molte cose conformi a quelle che già ne scrissero gli antichi, il che fa fede e piena testimonianza che questi nostri hanno diligentemente investigata la verità, e fedelmente raccomandata alla memoria delle lettere.
     
      Degl'infrascritti nomi di mercanzie ne abbiamo avuto questo poco di cognizione:
      Beatillas sono tele sottilissime, di che si fanno i fazuoli o ver tocche che portano a torno il capo i Mori.
      Bayrames, tele sottilissime fatte liscie.
      Cauris, panni sottilissimi di gotton.
      Matamugos, paternostri di diverse sorti di colore e fatti in diverse forme.
      Amfiam è succo di alcune erbe calide e ventose, come dicono alcuni, e non di papaveri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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