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      Questi Mori raccolgono anche molta quantità di avorio che si trova d'intorno a Cefala, che medesimamente lo vendono per il gran regno di Cambaia a cinque o sei ducati il cantaro, e similmente qualche poco di ambracà, che lo portano dalle Ucique.
      Questi uomini di Cefala son negri e parte berrettini; parlano alcuni di essi in lingua arabica, e la maggior parte si serve del linguaggio de' Gentili dalla terra ferma. Si cuoprono dalla cintola in giú di panni di bambagio e di seta, e portano in testa avolti altri drappi di seta a guisa di tocche, e alcuni di loro berrette di grana, e d'altri panni di lana e di colore, e di ciambelotti e altre sette. Le lor vettovaglie sono riso, miglio, carne e pesce. In questo fiume alla marina sono di molti cavalli marini, che vanno in mare e tal volta smontano in terra a pascere. Hanno i denti come gli elefanti piccoli, ed è migliore avorio di quello degli elefanti, e piú bianco e piú forte, e di maniera che non perde il colore. Nella terra d'intorno a Cefala sono molti elefanti e molto grandi e salvatichi, e le genti della terra non sanno né usano di domarli; sonvi anche molti leoni, orsi, cervi e cinghiali e bestie. È terra di piano, di monte e di molti fiumi. Ora novamente i Mori fanno in questa terra molto bambagio fino e lo tessono in panni bianchi, percioché non sanno tingere, non avendo colori; pigliano poi dei panni azurri o vero di diversi colori che sono portati da Cambaia, e disfannoli, e tornano poi a tesser le fila colorite con le lor bianche: e di questa maniera fanno panni di varii colori, dei quali cavano molto oro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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