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      Quivi è un buon porto, dove vengono di continuo molte navi di Mori di molte parti, e specialmente dalla Mecca, Adem, Ormuz, con cavalli, e da Cambaia, Diu e del paese di Malabar: è luogo di gran traffico di ogni sorte mercanzia. Vi abitano molto onorati Mori, Gentili e Guzzeratti mercatanti; qui si vende molto rame, argento vivo e cinaprio, che vien poi portato dentro fra terra. In questa città capita gran quantità di panni del paese, che vengono condotti giú a seconda del fiume per dar carico alle navi, e anco molto formento e legumi d'ogni sorte. La dogana del detto porto rende gran somma di danari, li qual riscuoteno li doganieri delli dazii per il signor di questo luogo. Il qual è molto bello ed edificato in bel sito, ma le case son coperte di paglia; vi sono similmente di molto belle moschee. Andando all'insú per il fiume, si trovano molti villaggi posti sopra le ripe da una banda e dall'altra, che sono belli, abondanti e di gran fertilità, per esservi tutti i campi lavorati, con infinito bestiame di ogni sorte.
      A questa città arrivò altre fiate un'armata del re di Portogallo della qual era capitano il viceré, il quale avendo posta la sua gente in terra per pigliarla, li Mori si misero alla diffesa, e combatterno molto gagliardamente da una parte e dall'altra: delli quali e de' Gentili ne furono uccisi molti. Alla fine li Portoghesi la presero per forza, dove fu fatto una gran destruzione in saccheggiarla e abbruciarla, e il fuoco consumò molta ricchezza di mercanzie e molte navi che si trovavano nel fiume.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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