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      Il signor Alfonso di Alburquerque, che era capitan maggior, come fu avisato di questi preparamenti, deliberò di andarli a ritrovare e romper li loro disegni, e messa insieme un'armata di quante caravelle, navi e galee ch'egli poté avere, entrò nel fiume e combattette la città e presela per forza: nella qual impresa seguirono molte cose grandi e notabili, le qual non scrivo per non esser prolisso. Prese molte genti e tutte le navi e galee di Turchi, e alcune n'abbruciò, e mise la città sotto l'imperio del re di Portogallo, come al presente ella si ritrova, fortificandola con molti bastioni. Questa città è ora abitata da molti Portoghesi, Mori e Gentili, e li frutti del paese, con le vettovaglie che in quello nascono, danno d'intrata al re di Portogallo ventimila ducati, senza quello che si cava della dogana di mare, per esser quivi un gran traffico di mercanzie che son condotte di Malabar, Cheul, Dabul, Cambaia e Diu. Si vendono qui molti cavalli a ducento, trecento e quattrocento ducati l'uno, secondo la lor bontà. Cavane il re di Portogallo di dretti quarantamila ducati: ancor che ora paghino manco di quello facevano in tempo di Mori, nondimeno gli rende molto il detto porto.
      In questo regno di Decam vi si trovano molte città grandi, e molti luoghi e villaggi dentro fra terra abitati da Mori e Gentili. È paese molto fruttifero e abbondante di vettovaglie e di gran traffico, e ne cava grande entrata il re, che si chiama Maharmuduxa, il quale è moro e vive molto deliziosamente e a' suoi piaceri in una gran città fra terra detta Mavider.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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