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      Vi si trova grandissima abondanza per il vivere d'ogni sorte di carni di diversi animali e uccelli, e tutte delicate, e similmente copia grande di peschi che si pigliano appresso l'isola. Riso ve ne è poco, perché lo conducono la maggior parte del paese di Coromandel, e questo è il principal fondamento del lor vivere. Hanno grandissima abondanza di bonissimo mele e di zucchero, che vien condotto di Bengala; il botiro nasce nell'isola in copia grande. La miglior cannella che sia in queste parti nasce in questa isola sopra li monti: l'arbore è simile al lauro, e il re dell'isola fa tagliar in certi mesi dell'anno li rami piú sottili e levargli la scorza, la qual si vende per suo conto ai mercatanti che ivi la vanno a comprare, conciosiacosaché altri che il re non la possa far raccogliere. Vi sono similmente molti elefanti selvatichi, i quali il re fa pigliare e dimesticare, e poi gli vende a' mercatanti di Coromandel, Narsinga e Malabar, e del regno di Decan e Cambaia, che vanno sin lí per comprarli.
     
     
      Del modo che pigliano gli elefanti e poi gli fanno domestichi in Zeilam.
     
      Il pigliar delli detti si fa in questo modo. Hanno alcuni altri elefanti mansueti, e massime femine, i quali con catene legano ad un arbore grossissimo nelle montagne e boschi dove sogliono praticare, e intorno a quello fanno da tre in quattro fosse grandi e profonde, le quali ricoprono con frasche di legni sottili, buttandovi sopra della terra, di modo che non si veggono. Gli elefanti selvatichi, vedendo la femina, se ne vanno a lei con impeto e cadono nelle fosse, dove gli tengono sette o otto giorni mezzi morti da fame, standovi di giorno e di notte a torno, parlandogli sempre per non gli lassar dormire, e gli travagliano tanto che lassano quella ferocità e si fanno mansueti; poi li cominciano a dar da mangiare con le lor mani, e pian piano a mettergli catene molto grosse d'intorno, e come veggono che si lasciano maneggiare, gli buttano della terra e frasche tante che, empita la fossa, lo elefante può montando uscirsene fuori, dove, legato ad un arbore, gli fanno fuochi intorno per alcuni giorni, e stannovi uomini di continuo accarezzandogli e parlandogli, ma a poco a poco gli van porgendo il mangiare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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