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      La città di Ormuz è sopra una isola, vicina alla terra ferma di Persia per tre miglia, fatta con molte belle case, terrazze, torri, bastioni, ha molte belle donne, bianche e piacevoli. Non cede di mercanzie e traffichi ad alcuna altra città vicina: vi sono infiniti frutti, e li mercatanti sono ricchissimi. Non hanno carestia d'altro che di acqua, la quale mandano a pigliare in terra ferma con zare e barche: e alcune fiate è cara, cioè quando la terra ferma non la soccorre, e allora la vanno a pigliare in alcune isole vicine, che hanno buone acque. Questa città fu fondata per cagion del porto, il qual è sempre pieno di navi che da ogni parte vi capitano con mercanzie, per il che il re ha una grandissima entrata di dazii che si pagano, ed è molto onorato, sí per causa d'armi, come per il grandissimo commerzio che è di continuo in questa città, la quale è popolosa e ricca.
     
     
      Dello stretto d'Ormuz, e isole dove si pescano perle.
     
      Fra l'Arabia Felice e la terra di Persia, vi è un colfo di mar nominato lo stretto d'Ormuz, popolato d'intorno di molti belli luoghi. Non è tutto navigabile, per cagion di molte secche e basse, ma per la maggior parte, e chi sta nel mezzo vede da tutte due le parti. E navigando quattro o cinque giorni con buon vento da Ormuz, si trovano le isole di Baharem, dove si pescano le miglior perle che si trovino in queste parti, perché sono bianche, rotonde e lustre.
     
     
      Delle marcanzie che contratta la città d'Ormuz con diversi regni dell'Indie.
     
      Contratta Ormuz con Adem, Cambaia, e col regno di Decan in Goa, e con li porti di Narsinga, e in Malabar.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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