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      Partano da Malaca nel principio di luglio, e vanno in Pacem a caricare di pepe, e d'agosto vanno a Martabane. Li dazii che pagano in Pegu sono XII per cento, e di questo non vi lasciano cosa alcuna; e se vi bisogna parlar col governatore, è necessario che gli portiate un presente, perché cosí è il costume di Malaca: e secondo la cosa, cosí avete da portare. Il porto di Martabane è pericoloso: hanno pilotti di bara che si obligano a mettervi dentro, pagandoli secondo il costume della terra. Non entrano le navi nelle acque crescenti né basse, ma pigliano il mezzo tempo per maggior sicurtà.
     
     
      Della moneta che ordinariamente corre in Pegu, e della valuta d'essa.
     
      La moneta di Pegu con la quale si fa mercanzia è fusellara che si chiama camza, della quale fusellara una è migliore, l'altra manco: la fusellara di stagno e rame è la migliore, quella di rame, stagno e piombo è di manco prezzo. La camza di Martabane è migliore, e si spende per tutto il paese. Ha X calais, tre arateis e cinque once la viza, che è un cate e mezzo della stadiera grande di Malaca: queste sono del peso nuovo, e l'altra val manco. Vale il calain XI rais e IIII sectis, a ragione di cento calais per tre crociati; vale la viza della detta camza o fusellara X calais, in tanto che potrete contare «quante vize di tal mercanzia mi darete per la viza di camza», o «quante vize di camza vorrete per la viza di tal mercanzia»: e ciascuna viza di queste tengono cento ticais; vagliono tanto quanto una viza. L'argento è in aroclas segnata della marca di Siam, perché di lí vien tutto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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