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      Da un'isola all'altra vi sono cento miglia di distanzia, dove è la parte piú vicina. Quivi si fermò per spazio di nove mesi, con la moglie e con i figliuoli e con la sua compagnia.
     
     
      Della impietà e costumi inumani degli abitatori dell'isole dette Giave.
     
      Gli abitatori di quest'isole sono piú inumani e crudeli che alcun altra nazione, e mangiano gatti, sorzi e altri animali immondi, e d'impietà avanzano tutte l'altre genti, perché l'ammazzare un uomo hanno per giuoco, né per questo portano supplicio alcuno. I debitori che non hanno il modo di sodisfare a chi debbono, si danno lor per ischiavi, ma alcuni per non servire s'eleggano piú volentieri la morte in questo modo, percioché, pigliando una spada ignuda, se ne vengono nelle strade e ammazzano quanti riscontrano che possino manco di lui, sin a tanto che trovino uno che sia piú valente, che l'ammazzi; vien poi il creditor del morto e fa citar colui che l'ammazzò, dimandandogli il suo credito, al che è constretto dai giudici di sodisfare.
     
     
      Il modo crudele che hanno di far la prova della bontà delle lor armi.
     
      Quando comprano una scimitarra o spada, per volerne far prova la cacciano nel petto al primo che se gli para inanzi, poi gli danno una coltellata, e a questo modo fanno la prova, e con la punta e col taglio, della tempra d'esse, né per questo patiscono pena alcuna; e ciascun che passa guarda queste ferite, e se l'arma entrò per filo dritto, e che l'ammazzasse al primo tratto, vien lodato da tutti d'aver date sí belle ferite. Ciascun può pigliar quante mogli vuole, per sodisfare al suo appetito.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Giave