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      Della vita e delli studii d'una setta di filosofi detti Bramini, e della lor superstizione.
     
      Per tutta l'India è una setta di filosofi chiamati Bramini, dediti all'arte dell'astrologia, la quale studiano molto per saper predire le cose future. Sono di onesta e santa vita e di buoni costumi, infra li quali dice aver veduto uno ch'era di 300 anni, ed era tenuto per un miracolo, e dovunque andava i fanciulli lo seguivano, come cosa maravigliosa e notabile. Molti di loro usano l'arte della geomanzia, della quale ne hanno tanta cognizione e pratica che sapranno, in spazio di poche ore, predire le cose future come se già le fossero avvenute; e dannosi molto all'arte diabolica delle scongiure e stregherie, talmente che fanno tempestare quando vogliono, e per l'opposito tornare il ciel tranquillo e sereno. E per questo molti di loro mangiano di nascosto, e non vogliono esser veduti da alcuni, dubitando di esser affaturati con malocchio, tanto sono superstiziosi.
     
     
      D'una scongiurazione che fece un patron di nave per aver vento favorevole al suo viaggio.
     
      Affermò con verità detto Nicolò che un patrone di nave, stando in mare in gran calma, temendo insieme con i marinari che non vi dimorassero troppo lungamente, fece apparecchiare una tavola a piè dell'arbore, dove fatte molte congiurazioni, invocando spesso il dio Muthiam, cosí detto, in quello instante intrò adosso a un uomo d'Arabia un demonio, che lo cominciò ad alta voce far gridare, saltare e correre per tutta la nave come pazzo. E giunto che fu alla tavola, prese certi carboni e se li mangiò, e dimandando sangue di gallo per bere, gliene presentarono uno, al quale (avendolo scannato) succiò il sangue, poi, gittatolo via, dimandò ciò che volevano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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