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      Nella provincia di Pudifetania gli fu detto esservi un arbore senza frutto, alto sopra la terra tre braccia, chiamato l'arbore della vergogna, il qual disse essergli stato affermato che, quando l'uomo vi si accosta, ristrigne in sé i rami, e discostandosi gli allarga. Il quale effetto non è tanto fuor di credenza, che le spugne e urtiche marine, che nascono sotto acqua come erbe, non faccino il simile.
      Oltra la città di Bisinagar per quindici giornate di cammino verso la parte di settentrione, gli fu detto esservi un monte detto Abnigaro, circondato tutto da lagune piene di bestie velenose, e il monte di serpi, nel quale si ritrovano i diamanti: e non si potendo per questo rispetto accostarvisi persona, l'astuzia degli uomini vi ha trovato rimedio, che è che, essendo un altro monte piú alto vicino a questo, in certo tempo dell'anno gli uomini del paese pigliano de' bovi, i quali fatti in pezzi, cosí caldi e pieni di sangue, con le balestre fatte a questo effetto buttano sopra quel monte di diamanti, dove cadendo in terra se gli attaccano di detti diamanti. E quando l'aquile e avoltori che ivi passano veggono la carne, si calano ad essa e la portano ad un altro monte, ove sicuri dai serpi se la possino mangiare: e dipoi gli uomini, che ivi stanno a far la guardia, riveggono i luoghi nei quali detti uccelli hanno mangiata la carne, se ne vanno a pigliare i diamanti che cadettero da quella.
      L'altre pietre preziose si trovano con manco difficultà, perché appresso i monti arenosi, in certi luoghi dove sanno di trovarli, cavano tanto sotto fin che trovano l'acqua mescolata con l'arena, la quale gittano in un crivello fatto a posta, e lavano quella rena con l'acqua: e colandosi la rena restano le pietre, e questo è il modo di cavare e trovare le pietre preziose in quelle parti, secondo che gli fu narrato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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