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      S'inviarono adunque verso quelle, ma, non potendo li nostri non solamente il corso ma neanche il passo di quelli correndo pareggiare, duoi di costoro, avendo visto discosto un asino salvatico sopra un monte, che pasceva, come se lo volessero andar a pigliare se ne fuggirono. Il terzo fu condotto alle navi, ma, non volendo mangiare per il fastidio che pigliava vedendosi solo, in pochi giorni morí. Mandò il capitano delle navi a quella capanna per pigliar un altro di quelli giganti, per presentarlo all'imperadore come cosa nuova, ma nessuno vi trovò, perché tutti insieme con la capanna in altro luogo s'erano transferiti. Onde si vede manifestamente che quella gente non sta ferma in un luogo; né dapoi i nostri, benché per molti giorni, come di sotto diremo, stessero in quel luogo, viddero mai piú alcuno di quelli Indiani su per il litto, ma né anche si pensorno che fusse da farne tanto conto che dovessino lungamente far cercar fra terra.
      E benché Magaglianes conoscesse che il lungo stare lí non gli era utile, nientedimeno, perché il mare per alquanti giorni era stato tempestoso e il cielo nuviloso, oltra a questo quella terra di continuo si voltava verso ostro, in modo che quanto piú di lungo andavano piú freddo luogo pensavan di trovare, per questo di giorno in giorno fu differito il partire. E approssimandosi il mese di maggio, nel qual tempo comincia la vernata in quelli paesi a esser asprissima, fu loro necessario che fermati invernassero per quel tempo che noi abbiamo l'estate.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Indiani Magaglianes