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      Alcuni di loro fanno mercanzie nell'isole vicine, alle quali vanno con barche dette giunchi; altri si danno a cacciare e uccellare, altri a pescare overo a lavorar la terra. La veste hanno di cottone. Hanno medesimamente quasi tutte quelle bestie che di qua abbiamo, da pecore, buoi e asini in fuora; i loro cavalli sono molto piccioli e magri. Hanno grande abbondanza di canfora, gengevo e cannella.
      Di qui, salutato che i nostri ebbero il re e con doni presentato, drizzorno il cammin loro verso l'isole Molucche, le quali da questo re furono lor mostrate.
     
     
      Come qui si trovano ostriche le cui carni pesano l'una quaranta libre. Che 'l re di Burnei aveva nella sua corona due perle grosse l'una quanto un uovo d'oca. Dell'isola detta Gilon. Dell'isole Molucche, cioè Terenate, Mutir, Thidone, Mare, Machian. Della venerazione che tengono d'un uccelletto detto manucodiata.
     
      Giunsero ai liti di un'isola, dove intesero esser perle grandi quanto l'uova della tortola, e qualche volta quanto quelle delle galline, le quali non si posson trovare se non in alto mare. I nostri non ne poteron portare alcuna di questa sorte, perché la stagion del tempo di quell'anno non lasciava pescare, ma dicon bene e affermano d'aver preso un'ostrica in quelle bande, la carne della qual passava 47 libre di peso: e di qui facilmente si può creder che si trovino perle sí grandi, perché si sa manifestamente le perle nascer nelle ostriche. E acciò che io non lasci cosa alcuna indietro, i nostri affermavano che quelli dell'isole avevan lor detto come il re di Burnei portava nella sua corona due perle grandi quanto l'uova di oche.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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