Pagina (1042/1307)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questo uccelletto per nome chiamarono manucodiata, il qual costoro tengono in tanta venerazione che i loro re, andando a combattere, avendo questo si tengono sicuri e pensano non poter esser morti, ancor che, secondo l'usanza loro, siano posti i primi davanti a tutti gli altri al combattere. I plebei sono cafre, cioè gentili, e quasi di quelli medesimi costumi e di quelle medesime leggi che dicevamo esser quelli dell'isola di Burnei. Sono molto poveri e bisognosi d'ogni cosa, perché ne' loro paesi niente altro nasce se non speziarie, le quali cambiano con arsenico, argento vivo e solimato, e panni di lino, de' quali pur assai n'adoprano: ma quel che faccino over in che adoprino questi tali veleni, fino al presente non si sa. Vivono del pane chiamato sagu, e di pesci, e qualche volta mangian de' pappagalli. Abitano in case molto basse.
      Che bisogna che io mi vada dilatando? Tutte le cose appresso costoro sono in poco prezio, eccetto la pace, l'ozio e le spezierie, delle quai cose la pace è la piú bella, e quella che da ciascuno oltre a ogni altra si debbe desiderare. Pare che sia stata scacciata dalla smisurata malignità degli uomini, e relegata appresso di costoro, in cambio della quale, per l'avarizia e per l'insaziabile appetito della gola, andiamo cercando le spezierie negli altrui paesi e terre da noi non conosciute. E tanto può fra gli uomini il vizio, che noi lasciamo le cose alla salute nostra utili e necessarie, e cerchiamo quelle che si servono alla nostra lussuria e voragine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Burnei