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      E cosí navigarono molti giorni a vista della costa di Giunea dell'Etiopia, ove è la montagna detta Serra Liona, la qual è otto gradi sopra l'equinoziale, e non ebbero vento alcuno contrario, ma gran calma e bonaccia per giorni 70, che giunsero sotto la linea dell'equinoziale. Si vedevano approssimare alle bande delle navi certi pesci grandi chiamati tiburoni, i quali avevan denti molto terribili: questi mangiano gli uomini, se gli trovano in mare. Di questi tali ne furono presi alcuni con ami; li grandi non sono buoni da mangiare come li piccoli. In questo pareggio avendo avuto una gran fortuna, apparvero alcune fiamme ardentissime, che dicono esser santa Elena e san Nicolò, le quali parevan che fossero sopra l'arbore d'una delle navi, con tanta chiarezza che tolse la vista a ciascuno per un quarto d'ora; e tanto erano smarriti che dubitavano di morire, ma, fatto tranquillo il mare, ogniuno ritornò al suo esser di prima.
     
     
      Di alcuni uccelli che non hanno luogo dove smaltiscano il cibo, e la femina manda fuor l'uova per la schiena; d'un uccello chiamato cacauccello. Della terra di Bressil. Del capo di Santo Agostino. Della terra del Verzino e sua grandezza, e de' costumi di quei popoli, e donde trassero l'origine.
     
      Viddero molte sorti di uccelli, tra li quali n'erano alcuni che non hanno il luogo dove smaltiscono, e la femina, quando vuol far l'uova, gli manda fuora per la schiena, dove si generano; non hanno alcun piede, ma vivono sempre nell'acqua. Un'altra sorte vi è d'uccelli i quai vivono del fimo degli altri uccelli, e li chiamarono cacauccello, perciò che si vedeva spesso correr drieto agli altri per astringerli che smaltissero, e incontinente prendeva il lor fimo e l'inghiottiva, lasciandogli andar via.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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