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      Vedemmo ancora molti pesci che volavano, e di tante schiere insieme e in tanto numero che pareva che fusse un'isola.
      Passata la linea dell'equinoziale si perdé la Tramontana, e navigammo per gherbin fino ad una terra che si chiama terra di Bressil, 22 gradi e mezzo verso il polo antartico, la qual terra è continuata col capo di S. Agostino, il qual è otto gradi lontano dall'equinoziale. In questa terra fummo rinfrescati con molti frutti, e tra gli altri battates, che nel mangiar s'assomigliano al sapor delle castagne: sono lunghi come navoni. N'avemmo ancora alcuni che chiaman pines, dolci, molto gentil frutti. Mangiammo della carne d'un animale detto anta, il qual è come una vacca. Trovammovi canne di zucchero e altre cose infinite, le quali si lasciano per brevità. Noi entrammo in questo porto il giorno di santa Lucia, dove il sol ci stava per zenit, cioè di sopra il capo, e avemmo maggior caldo in detto giorno che quando eravamo sotto la linea dell'equinoziale.
      Questa terra del Verzino è grandissima, e maggiore di tutta la Spagna, Portogallo, Francia e Italia tutte insieme, ed è abbondantissima di ogni cosa. Le genti di questo paese non adorano alcuna cosa, ma vivono secondo l'uso di natura, e passano vivendo da 125 in 140 anni. Gli uomini e le donne vanno nudi, e abitano in alcune case fabricate lunghe, le qual chiamano boi. Il lor letto è una rete grandissima fatta di cotone, legata in mezzo la casa da un capo all'altro a grossi legni, la qual sta alta da terra, e alcune fiate per cagion di freddo fanno fuoco sotto detta rete sopra la terra.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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