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      Il capitano a rincontro donò al re una vesta di panno rosso, una di giallo, fatte alla turchesca, e una berretta rossa, e alli suoi uomini alcuni coltelli e specchi; e dapoi fece portar una collazione, faccendogli dir per la schiava che voleva esser come suo fratello. Il qual gli rispose che il simil ancor egli desiderava. Dapoi il capitano gli fece mostrar panni di diversi colori, tele, coltelli e molte altre mercanzie, e tutta l'artiglieria, facendone scaricar alcuni pezzi, li quali gli spaventarono grandemente. Poi fece armar un uomo da capo a piedi, e fece che tre uomini con le spade nude lo ferisseno, e non gli faccendo alcun male, il re rimase stupefatto, e disse alla schiava che uno di questi uomini era potente contra cento delli suoi; la qual confermò che era il vero, e che in ciascuna nave ve ne erano ducento, che si potevano armar di quella sorte, faccendogli veder corazze, spade, targhe. E poi lo condusse sopra il castello della nave, dove gli fece portar la carta da navigare e il bussolo con la calamita, e il capitano gli disse, per via dell'interprete, come avevano trovato lo stretto per via di questa calamita, e quanti giorni erano stati senza veder terra: e il re se ne maravigliava fuor di misura. Poi, togliendo licenza il re, piacque al capitano di mandar duoi uomini con lui, l'un delli quali fu Antonio Pigafetta.
      Quando furono giunti in terra, il re levò le mani verso il cielo e poi le voltò verso li duoi prefati, i quali fecero il simile, e il medesimo fecero tutti gli altri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Antonio Pigafetta