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      E cosí andarono verso Zubut, che è lontan dall'isola di Cathigan circa cinquanta leghe.
      Adí 7 d'aprile ad ora di mezzogiorno entrarono nel porto di Zubut e, passando appresso molte ville e abitazioni fatte sopra arbori, si approssimarono alla città, dove il capitano comandò che le navi se gli approssimassero, calando le vele e mettendosi ad ordine come se volessero combattere, faccendo scaricare tutta l'artiglieria, della qual cosa tutto il popolo ebbe grandissima paura. Dipoi il capitano mandò un suo ambasciadore con l'interprete al re di Zubut. Quando giunsero alla città, trovarono insieme col re assai uomini, tutti spaventati dal rumore dell'artiglieria. L'interprete fece loro intendere ch'era cosí costume delli nostri, i quali, come entravano in simil luoghi, in segno d'amicizia e per onorare il re della città discaricavan le bombarde. Il re con tutti li suoi per queste parole si assicurarono; poi li nostri dissero come il lor signore era capitano delle navi del maggior re del mondo, e che andavano a scoprir l'isole Molucche, e avendo inteso dal re di Messana il buon nome e fama sua, gli era paruto di venirlo a visitare, e appresso per aver vettovaglie in cambio di sue mercanzie. Il re rispose che fussero i ben venuti, e che era in quel luogo un costume, che tutte le navi che entravano in quel porto pagavano tributo, e che non erano troppo giorni che una nave carica d'oro e di schiavi l'avea pagato: e in segno di questo gli fece venir avanti alcuni mercatanti, di quelli che erano restati lí a far loro faccende d'oro e di schiavi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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