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      Detto re era di statura piccolo, ma forte grasso, e avea il resto del corpo dipinto in diverse maniere col fuoco. Mangiava allora in terra, come è detto, sopra una stuora di palma, e avanti gli erano posti in duoi vaselli di porcellana vuova cotte, e appresso avea quattro vasi di porcellana pieni di vino fatto di palme, i quali erano coperti con molte erbe odorifere, con quattro canne, cioè in ciascuno vaso una, con le quali il prefatto re bevea. Fattagli la riverenza debita, l'interprete gli disse ch'el suo signore il capitano lo ringraziava grandemente del suo presente, e che gli mandava questo non all'incontro del suo, ma per il grande amor che gli portava: e subito fattolo levar su, lo vestirono, misongli in capo la berretta, e baciato un de' detti vasi di vetro glielo presentarono; egli faccendo il simile lo accettò, e cosí le altre cose. Poi il re volse che Antonio Pigafetta sedesse al dirimpetto, e mangiasse di detti vuovi e bevesse con le canne. Il principe e gli altri ch'erano stati a concluder la pace col capitano, esortarono il re a volersi far cristiano, il qual voleva tener li nostri a cena seco, ma essi gli dissero che non potevano, e presero licenzia: e il principe li menò a casa sua, dove avea quattro figliuole molto belle e bianche come sono le nostre, le quali fece che ballarono in presenzia delli nostri, essendo tutte nude, e sonavano con certi cembali fatti di metallo; poi volse che li nostri, fatta collazione, ritornassero alle navi.
     
     
      D'alcuni uccelli che sono inghiottiti vivi dalla balena, i quali le mangiano il cuor, onde ella ne muore, ed essi sono trovati vivi nel corpo della balena.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Antonio Pigafetta