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      Intesero li nostri da quelle genti che si truovano in questi paesi alcuni uccelli grandi e simili alle nostre cornacchie, molto belli a vederli. Questi tali uccelli vanno sopra l'acqua del mare, e dalle balene, le quali in quel luogo sono grandissime, aprendo la bocca sono inghiottiti vivi: i quali subito vanno alla volta del cuore della balena e lo rodono, e per questa cagione le balene muoiono, e dapoi buttate in terra dalle onde del mare, queste tal genti, aprendo le interiori, trovano questi uccelli vivi, che vivon del cuor di quelle. Questi tali uccelli hanno nel becco come sariano alcuni denti, e le penne sono alquanto lunghe, e la pelle della carne è nera, ma la carne è molto buona a mangiare: e chiamongli laghan.
      Il venerdí li nostri monstrarono una camera piena di diverse mercanzie, delle quali restarono quelle genti molto maravigliate, e cominciarono a barattare: e per metalli, ferri e altre cose grosse queste genti davano alli nostri oro, e per cose minute davano risi, porci, capre e altre vettovaglie. Dettero dieci pesi d'oro per quattordici libbre di ferro: un peso val un ducato e mezzo. Il capitano ordinò che non si pigliasse troppo oro. E perché il re avea promesso di volersi far cristiano la domenica prossima, il capitano fece apparecchiare nella piazza come un tabernacolo, ornato di tapezzarie e di rami di palma, per voler in quello battezzarlo, e gli mandò a dire che non avesse paura se scaricassero l'artegliaria, perché quella era la nostra usanza di fare in una cosí gran festa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307