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      Li nostri volsero aspettar il giorno, il qual fatto chiaro, subito saltarono in acqua infino alla coscia piú di quarantanove, e cosí andarono per acqua per duoi tratti di balestra avanti che potessero dismontar sull'asciutto, perché le barche non poterono arrivare piú avanti, per molte pietre ch'erano sotto l'acqua. Gli altri restarono per guardia delle barche.
      Quando arrivarono in terra, queste genti avean fatto tre squadroni di piú di mille e cinquanta uomini per uno, i quali subito che intesero che li nostri venivano, due di queste squadre si misero una da una banda e l'altra dall'altra delli nostri, e la terza venne per fronte. Il nostro capitano, vedendo questo, partí li suoi in due parti, e in questo modo cominciarono a combattere. Li schioppetieri e balestrieri tirarono per spazio quasi di mezza ora molto da lontano in vano, perché non passavan se non le loro targhe e scudi fatti di legno, attaccati alle braccia. Il capitano gridava che non tirassero piú, ma costoro non volsero cessar di tirare. E in questo mezzo gl'inimici fra loro con voce orrende facevan grandissimo rumore, dicendo che se tenessero forti, e quando viddero che li nostri aveano scaricati li schioppi, tanto piú forte gridavano, e non stavan fermi, ma saltavan di qua e di là, coperti con le loro targhe. E tirorno verso li nostri tante freccie e lancie di canne e legni acuti abbruciati, pietre e terra secca verso il capitano, che appena si poteva difendere e guardarsi da loro: e per questa causa, volendo spaventarli maggiormente, mandò alcuni delli nostri a metter fuoco nelle lor case.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307