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      Dell'isola detta Bibalon, e un'altra detta Cimbubon. Di un arbore le cui foglie, quando cascano, camminano come se fussero vive.
     
      Questi Mori adorano Macometto e osservano la sua legge. Non mangiano carne di porco. Quando voglion farsi netti e lavarsi le parti di dietro, adoperano la man sinistra, benché alcuna volta adoperino ancora la destra: ma dipoi con quella non si toccheriano né li denti né la bocca per cosa alcuna; e volendo orinare si mettono in forma di sedere. Non ammazzeriano una gallina né una capra, se prima non parlano al sole: tagliano alla gallina la punta dell'ala e gliela mettono sotto i piedi, poi la dividono per mezzo. Non mangiano mai alcuna carne d'animale se non è morto allora. Sono circuncisi come giudei.
      In questa isola nasce canfora, ch'è una specie di gomma, che distilla da un arbore il qual si chiama capar. Vi nasce ancora cannella, gengevo, mirabolani, naranci, limoni, zucchero, melloni, cocomeri, zucche, ravani, cipolle, porci, capre, galline, cervi, elefanti, cavalli e altre cose. Questa isola di Burnei è tanto grande che, a volerla circondar con un prao, si staria tre mesi. È sopra la linea dell'equinoziale verso il nostro polo gradi cinque e un quarto, e di lunghezza dal nostro partire gradi 176 e duoi terzi.
      Partendosi da questa isola, ritornarono indietro per voler acconciare una nave che faceva acqua; e l'altra nave, per cagione del pilotto, stette in pericolo di rompersi sopra alcune secche d'una isola detta Bibalon: ma con lo aiuto d'Iddio fu riscattata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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