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      Il servidor, perché sapeva parlar portoghese, entrò nella nave e disse che, ancor che 'l re di Tarenate fusse nimico del re di Tidore, nondimeno era sempre pronto a far ogni servizio che potesse al re di Spagna. Li nostri, fattogli carezze assai, scrissero una lettera al suo padrone Pietro Alfonso, e gli dissero che dovesse venir a vedergli senza alcuna dubitazione.
     
     
      De' costumi del re di Tidore. D'un'isola detta Gilolo, e del re e popoli suoi.
      Come li nostri barattavano le mercanzie a garofani. Dell'isola detta Mutir.
     
      Questo re di Tidore tien tante femmine quante gli piace, ma sempre n'ha una per principale, alla qual tutte l'altre obbediscono; e ha una casa grande fuor della città, con li suoi giardini, dove abitano 200 delle sue femmine e damigelle con la principale, e altretante femmine vi stanno per servirle. Quando il re mangia, mangia o solo o con la principale in un luogo eminente, come saria un tribunale, donde può veder tutte le dette femmine, che gli stanno all'intorno in piedi, e comanda a quella che piú gli piace che vada quella notte a dormir seco. Compita la cena, se esso comanda loro che mangino insieme, esse lo fanno, se non, ciascuna va a cenar nella sua camera. Nissun senza licenzia del re le può vedere, e se alcuno è trovato di giorno o di notte appresso la casa del re, è subito morto. Ciascuna famiglia è tenuta dare al re una o due delle sue figliuole. Questo re ha 26 figliuoli, otto maschi e l'altre femmine.
      All'incontro di questa isola di Tidore è un'altra grande isola nominata Gilolo, abitata da Mori e Gentili.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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