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      Della Istoria del signor Giovan de Barros
     
     
      Della prima Deca dell'Asia capitolo ottavo del terzo libro, dove, parlando di una fortezza che si doveva far sopra la riva del fiume Senega nella Etiopia, della provincia di Gialofi, cosí descrive:
     
      La terra che dalli nativi abitatori nel commun parlar è chiamata Ialofo giace fra duoi notabili fiumi, cioè Canagà e Gambea, li quali per il lungo corso che fanno ricevono diversi nomi secondo li popoli dove passano, percioché dove quello che noi chiamiamo Canagà sbocca nel mar occidentale li popoli ialofi il chiamano Dengueh, e li Tucoruoli piú di sopra Mayo, e li Caragoli Colle; e quando scorre per la provincia chiamata Bagano, ch'è piú orientale, lo chiamano Zimbala, dove alcune volte per causa di esso danno alla regione questo medemo nome, e nel regno di Tungubutu lo chiamano Iza. E ancora che scorra per molta distanzia di paese, venendo dalli fonti orientali dalli laghi chiamati da Ptolomeo Chelonides, Nuba e fiume Gir, quasi per diritto corso fin che sbocca nell'occeano in gradi 15 e mezzo di latitudine, non sappiamo il nome che gli altri popoli li danno. Appresso di noi generalmente è chiamato Canagà, dal nome d'un signor d'una terra col qual li nostri al principio del suo discoprimento ebbero commerzio, percioché non sapevano chiamarlo se non il fiume Canagà. Ed essendo fiume che vien di cosí lontano paese, non porta tanta moltitudine di acqua, né il mar ascende tanto per lui, come fa per il fiume di Gambea e di Cantor. Fa alcune isole, la piú parte abitate da bestie e serpi e simil immondizie per la sua asperità, e in alcuni luoghi non si puol navicare per li scogli che lo traversano, e massimamente per 150 leghe dalla bocca dove si chiama Colle, percioché ivi fa alcune cadute over cataratte come sono quelle del Nilo, a' quali luoghi gli abitatori han posto nome Huaba: e per quelli scorre con tanto empito, e cosí stanno tagliati li sassi fin abasso sopra la terra dove 'l cade con quella furia, che si puole passar col piede asciutto di sotto al lungo di detta asperità di sassi, e questo però (secondo che dicono quelli della terra) si può far quando il vento vien di sopra e non di sotto, percioché allora il vento ribatte le acque contra li sassi, di maniera che impediscono questo transito.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





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