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      Ella in sé è assai fertile di palme con aranzi, cedri, limoni ed erbe di orto che abbiamo in Spagna, e quantità di mandrie di pecore e buoi, con molte galline, colombi, tortore, e altra sorte di uccelli a noi non conosciuti. Il comun cibo è miglio zaburro, riso e altre semenze di radici piantate, con molti frutti salvatichi, di che la gente povera si mantiene. Le acque di quella sono di pozzi, non molto salutifere per esser la terra paludosa, e la città situata al lungo del fiume, che fa una staria, a dirimpetto della quale si slarga a modo d'un porto. La maggior parte delle case sono di pietra e calcina, con le sue terrazze di sopra, e di fuori orti e giardini di arbori di aranzi e palmerie, le quali, sí per la verdura e delettazione della vista, come per uso del frutto che producono, aggrandiscono la città. E quanto sono larghi e grandi questi orti tanto sono piú strette le strade, perché cosí costumano li Mori per defendersi meglio, perché usano di far le strade cosí strette che di sopra per li terrazzi si può passar da una banda all'altra. In una parte della qual città aveva il re fatto il suo palazzo a maniera di fortezza, con torri e bastioni e ogni altra sorte di difensione, con porte che servivano per andar al mare, e ad una gran fondamenta al lato della fortezza che voltava il volto contra la città, per servizio della quale vi era un spazio grande di piazza dove si avaravano le navi, e nella faccia di quella era il porto che le nostre navi avevano pigliato. Per il che, cosí per la civilità delle case, terrazze e torri, come per la grandezza delli luoghi che hanno palme e arbori delli giardini, pareva la città molto bella.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Secondo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1307

   





Spagna Mori