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      Il che fatto col consiglio delli suoi giudici e consiglieri, e di Conone di Betuna, baron francese, ch'in luogo dell'imperatore morto essendo creato bailo governava la città nell'interregno, Roberto fra questo mezo, il figliuolo di Pietro imperatore, venuto di Francia a Constantinopoli, morta la madre che (come vogliono alcuni) governò l'imperio certo tempo, fu l'anno 1220 coronato imperatore in luogo di Pietro suo padre, avendogli volontariamente Filippo suo fratello, al quale per essere il primogenito s'apparteneva l'imperio, cessa la corona.
      Questo, vedendo li buoni portamenti che facevano, e amorevoli consigli nel governo dell'imperio che raccordavano continuamente li podestà ch'erano mandati dalla signoria di Venezia, continuò a fare grandissime carezze e onori a messer Iacomo Tiepolo, che in quel tempo che egli venne ritrovò esser podestà; e ordinò ch'ogni facenda, di qualunche sorte ella si fosse, si consigliasse e trattasse prima con lui che con i consiglieri dell'imperio; e in ogni deliberazione che si faceva, seguendo il costume degli altri imperatori suoi precessori, voleva sempre il consiglio del podestà di Venezia, e negli scritti suoi nominava, come aveano fatto suo padre e zii, qualunche volta gli occorreva farne menzione, il doge di Venezia suo carissimo amico e collega dell'imperio. E ho letto io la copia del privilegio del prefato Roberto imperatore, che fece a' Veneziani in Selimbria il ventesimo giorno di febraro, l'anno quarto del suo imperio, che fu del 1224, all'istesso tempo di messer Iacomo Tiepolo, podestà di Constantinopoli; nel qual egli conferma, cosí ricercato per lettere da messer Pietro Ziani, doge di Venezia, tutte quelle altre parti che li suoi podestà aveano nuovamente acquistate dell'imperio della Romania oltra le prime, e vuole ch'egli e li successori suoi abbino le medesime giurisdizioni e auttorità nelle predette parti di nuovo acquistate dell'imperio, «sí come noi abbiamo nelle cinque», per dire le sue proprie e formali parole, perciò che già le parti de' primi baroni che l'acquistarono erano per la morte loro in gran parte pervenute nell'imperatore.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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