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      Si leggerà il valor e la morte del principe Dandolo nell'assedio d'Andrinopoli, ove guidava l'esercito dopo la perdita dell'imperatore; il modo con che fu primieramente instituito il podestà che tanti anni tenne questa Republica in Constantinopoli, del qual parla messer Marco Polo nel principio del suo viaggio, con tutti e' nomi de' magistrati veneziani che solevano sedere in quella città e nell'imperio; le gioie, i tesori, le colonne, i marmi che vennero di que' paesi e della Grecia mentre che signoreggiorno i Veneziani; come furno da Constantinopoli portati que' quattro bellissimi cavalli di metallo, di mirabil arteficio, che Costantino imperatore, tolti dall'arco di Nerone, ch'egli avea di prima tolti dall'arco d'Augusto, portò da Roma a Constantinopoli, e ch'ora si veggono nel corridore della chiesa di San Marco, sopra la piazza, da tutto 'l mondo sempre riguardati con somma maraviglia; le molte reliquie d'infiniti uomini santi e beati, di che son piene tutte le chiese e monasteri di questa città, e l'istessa chiesa di San Marco; con le longhe guerre, che parte Bonifacio re de Salonichi fece contro Leon Scrugo, tiranno del Peloponeso, che difendendosi con molte astuzie teneva Coranto e Napoli di Romania, dando di molto travaglio a' Latini, e parte che 'l podestà de' Veneziani insieme con Francesi e l'imperator Enrico, confederati con Teodoro Brana greco (che solo del rimanente de' Greci teneva lega con Francesi, per aver per moglie Anna, figliuola di Lodovico sesto re di Francia, padre di Filippo il Pietoso, la quale era stata avanti la presa di Constantinopoli nel primo maritaggio moglie d'Alessio, figliuolo di Manoel imperatore), fecero in diversi tempi nella Turchia, prima con Teodoro Lascari, il quale per conto della prima moglie greca pretendeva ragione sull'imperio, e signoreggiava gran parte di quel paese, facendo molti danni a' Veneziani e a' Francesi oltra lo stretto, e poi contra Ioannizza, re di Valachia e Bulgaria, nella Tracia; il quale, nemico per ragione ereditaria, insino dal tempo di Pietro e Asane suoi fratelli, del nome greco e latino, avea destrutta Napoli di Tracia, Panedò, Eraclea, Tzurolo, ora Chiorlich, e molt'altre città del loro stato insin a canto Constantinopoli; che finalmente, dopo l'avere molti anni guerreggiato con loro, si morí di mal di punta appresso Salonichi, essendogli paruto una notte in sogno, nel mezo del dormire, vedersi da un soldato passare il costato con una lancia, che fu detto allora esser il significato della qualità della morte che divinamente doveva essergli mandata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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