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      Sonvi ancora asini, li piú belli e li maggiori che siano al mondo, i quali si vendono molto piú che i cavalli, e la ragione è perché mangiano poco e portano gran carghi e fanno molta via in un giorno, la qual cosa né cavalli né muli potriano fare, né sostenire tanta fatica quanta sostengono gli asini sopradetti. Imperoché li mercatanti di quelle parti, andando di una provincia nell'altra, passano per gran deserti e luoghi arenosi dove non si truova erba alcuna, e appresso, per la distanza de' pozzi e di acque dolci, gli bisogna far lunghe giornate: per tanto adoprano piú volentieri quegli asini, perché sono piú veloci e corrono meglio e si conducono con manco spesa. Usano ancora i camelli, i quali similmente portano gran pesi e fanno poca spesa; nondimeno non sono cosí veloci come gli asini. E le genti della sopradetta provincia menano i detti cavalli a Chisi e Ormus e a molte altre città che sono sopra la riviera del mare dell'India, perché vengono comprati quivi e condotti in India, dove sono in grandissimo prezio, nella qual essendo gran caldo non possono durare longamente, essendo nasciuti in paese temperato.
      E ne' sopradetti regni sono genti molto crudeli e omicidiali, imperoché ogni giorno l'un l'altro si feriscono e uccidono, e fariano continovamente gran danni a' mercanti e a' viandanti, se non fosse per la paura del signore orientale, il quale severamente gli fa castigare, e ha ordinato che in tutti i passi pericolosi, richiedendo i mercanti, debbano gli abitanti di contrata in contrata dar diligenti e buoni conduttori per tutela e sicurtà loro, e per satisfazione delli conduttori li sia dato per ciascuna soma due o tre grossi, secondo la lunghezza del cammino.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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