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      In questo regno sono passi molto stretti e luoghi molto forti, di modo che non temono d'alcuna persona che possa entrar nelle loro terre per far lor danno. Gli uomini sono buoni arcieri e ottimi cacciatori, e quasi tutti si vestono di cuori di bestie, perché hanno carestia dell'altre veste. In quei monti abondano montoni infiniti, e vanno alle volte in un gregge quattrocento, cinquecento e seicento, e tutti sono salvatichi, e se ne prendono molti né mai mancano. La proprietà di quei monti è tale che sono altissimi, di modo che un uomo ha che fare dalla mattina insino alla sera a poter ascendere in quelle sommità, nelle quali vi sono grandissime pianure e grande abondanza d'erbe, e arbori, e fonti grandi di purissime acque, che discorrono a basso per quei sassi e rotture. In detti fonti si trovano temali e molti altri pesci delicati, e l'aere è cosí puro in quelle sommità e l'abitarvi cosí sano, che gli uomini che stanno nella città e nel piano e valli, come si sentono assaltar dalla febre di ciascuna sorte o d'altra infirmità accidentale, immediate ascendono il monte e stanvi due o tre giorni e si ritrovano sani, per causa dell'eccellenza dell'aere: e messer Marco affermò averlo provato, perciò che ritrovandosi in quelle parti stette ammalato circa un anno, e subito che fu consigliato d'andar sopra detto monte si risanò.
      Le donne di questo luogo grande e onorevole si fanno dalla cintura in giú veste a modo di braghesse, e mettono in quelle secondo le sue facoltà chi cento, chi ottanta, chi sessanta braccia di bambasina, e le fanno increspate: e questo acciò che paiano piú grosse nelle parti dalla cinta in giú, però che i suoi mariti si dilettano di donne che abbino quelle parti grosse, e quelle che l'han maggiori vengono riputate piú belle.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Marco