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      Vi sono cinque sorti di grue: la prima sono tutte nere come corvi, con l'ale grandi; la seconda ha l'ali maggiori dell'altre, bianche e belle, e le penne dell'ali son piene d'occhi rotondi come quelli de' pavoni, ma gli occhi sono di color d'oro molto risplendenti, il capo rosso e nero molto ben fatto, il collo nero e bianco, e sono bellissime da vedere; la terza sorte sono grue della statura delle nostre d'Italia; la quarta sono grue picciole, ch'hanno le penne rosse e azzurre divisate molto belle; la quinta sorte sono grue grise, col capo rosso e nero, e sono grandi.
      Presso a questa città è una valle, nella quale è grandissima abondanza di pernici e quaglie, e pel nutrimento delle quali sempre il gran Can fa seminar l'estate sopra quelle coste miglio e panizzo e altre semenze che tali uccelli appetiscono, comandando che niente si raccolga, acciò abondevolmente si possano nudrire; e vi stanno molti uomini per custodia di questi uccelli, acciò non siano presi, ed eziandio li buttano il miglio al tempo del verno, e sono tanto assuefatti al pasto che se li getta per terra che, subito che l'uomo sibila, ovunque si siano vengono a quello. E ha fatto fare il gran Can molte casette dove stanno la notte, e quando 'l vien a questa contrada ha di questi uccelli abondantemente, e l'inverno, quando sono ben grasse (perché ivi pel gran freddo non sta a quel tempo), ovunque egli si sia, se ne fa portare carghi i camelli.
      Ma si partiremo di qui, e andaremo tre giornate verso tramontana e greco.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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