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      In mezo di quei prati, ov'è un bellissimo bosco, ha fatto fare una casa regal, sopra belle colonne dorate e invernicate, e a ciascuna è un dragone tutto dorato che rivolge la coda alla colonna, e col capo sostiene il soffittato, e stende le branche, cioè una alla parte destra a sostentamento del soffittato e l'altra medesimamente alla sinistra. Il coperchio similmente è di canne dorate, e vernicate cosí bene che niun'acqua li potria nuocere, le quali sono grosse piú di tre palmi e lunghe da dieci braccia, e tagliate per ciascun groppo si parteno in due pezzi per mezo e si riducono in forma di coppi: e con queste è coperta la detta casa, ma ciascun coppo di canna per defensione de' venti è ficcato con chiodi. E detta casa a torno a torno è sostentata da piú di dugento corde di seta fortissime, perché dal vento (per la leggierezza delle canne) saria rivoltata a terra. Questa casa è fatta con tanta industria e arte che tutta si può levar e metter giú e poi di nuovo reedificarla a suo piacere; e fecela far il gran Can per sua dilettazione, per esservi l'aere molto temperato e buono, e vi abita tre mesi dell'anno, cioè giugno, luglio e agosto, e ogn'anno, alli ventotto della luna del detto mese d'agosto, si suol partire e andare ad altro luogo, per far certi sacrificii in questo modo. Ha una mandria di cavalli bianchi e cavalle come neve, e possono essere da diecimila, del latte delle quali niuno ha ardimento bere s'egli non è descendente della progenie di Cingis Can. Nondimeno Cingis Can concesse l'onore di bere di questo latte ad un'altra progenie, la quale al tempo suo una fiata si portò molto valorosamente seco in battaglia, ed è nominata Boriat.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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