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      Sopra tal tavola è scritto un commandamento che dice cosí: «Per la forza e virtú del magno Iddio, e per la grazia che ha dato al nostro imperio, il nome del Can sia benedetto, e tutti quelli che non l'obediranno morino e siano destrutti». Tutti quelli ch'hanno queste tavole hanno ancora privilegii in scrittura di tutte quelle cose che far debbono e possono nel suo dominio. E quello che ha il dominio di centomila, overo sia capitano generale di qualche grand'esercito, ha una tavola d'oro di peso di saggi trecento con le parole sopradette, e sotto la tavola è scolpito un lione con le imagini del sole e della luna, e oltre di ciò ha il privilegio del gran comandamento che appare in questa nobil tavola. Ogni volta che cavalcano in publico gli viene portato un pallio sopra la testa, per mostrar la grand'auttorità e potere che hanno, e quando seggono deono sempre sedere sopra una catedra d'argento. E il gran Can dona ad alcuni baroni una tavola dove è scolpita la imagine del girifalco, e questi possono menare seco tutto l'esercito d'ogni gran principe per sua guardia; e può pigliar il cavallo del gran Can, volendolo, e il medesimo può pigliare i cavalli degli altri che siano di minor dignità.
     
      Della forma e statura del gran Can, e delle quattro mogli principali ch'egli ha, e delle giovani che ogni anno fa eleggere nella provincia di Ungut, e del modo che le eleggono.
      Cp. 4.
     
      Chiamasi Cublai gran Can signor de' signori, il qual è di comune statura, cioè non è troppo grande né troppo picciolo, e ha le membra ben formate, che proporzionatamente si corrispondono.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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