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      E volse che fosse cavato di sepoltura il corpo di Achmach e posto nella strada, acciò che fosse stracciato da' cani, e i figliuoli di quello che aveano seguitato il padre nelle male opere li fece scorticare vivi. E venendogli in memoria della maledetta setta di saraceni, per la qual ogni peccato gli vien fatto lecito e che possono uccidere qualunque non sia della sua legge, e che il maledetto Achmach con i suoi figliuoli non pensando per tal causa di far alcun peccato, la disprezzò molto ed ebbe in abominazione; chiamati a sé li saraceni gli vietò molte cose che la lor legge li comandava, imperoché li diede un comandamento ch'ei dovessero pigliar le mogli secondo la legge de' Tartari, e che non dovessero scannare le bestie come facevano per mangiar la carne, ma quelle dovessero tagliare pel ventre. E nel tempo ch'intravenne questa cosa messer Marco si trovava in quel luogo. Detto si è di questo; ora diremo come il gran Can mantiene e regge la sua corte.
     
      Della guardia della persona del gran Can, ch'è di dodicimila persone.
      Cap. 9.
     
      Il gran Can, come a ciascun è manifesto, si fa custodire da dodicimila cavallieri, i quali si chiamano casitan, cioè soldati fideli del signore: e questo non fa per paura ch'egli abbia d'alcuna persona, ma per eccellenza. Questi dodicimila uomini hanno quattro capitani, ciascuno de' quali è capitano di tremila, e ciascun capitano con li suoi tremila dimora continuamente nel palagio tre dí e tre notti, e compiuto il suo termine si cambia un altro, e quando ciascun di loro ha custodito la sua volta ricominciano di nuovo la guardia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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