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      E sempre, quando il signor vuol bere, subito che 'l donzello glielo appresenta si tira adietro per tre passa e inginocchiasi, e tutti i baroni e altre genti s'inginocchiano, e tutte le sorti d'instrumenti che ivi sono in grandissima quantità cominciano a sonare fin che lui beve, e quando ha bevuto cessano gl'instrumenti e le genti si levano; e sempre quando beve se gli fa questo onore e riverenza. Delle vivande non si dice, perché ciascuno deve credere che vi siano in grandissima abondanza; e non è alcun barone che seco non meni la sua moglie, e mangiano con l'altre donne. E quando hanno mangiato e sono levate le tavole, vengono in sala molte genti, e tra l'altre gran moltitudine di buffoni e sonatori di diversi instrumenti e molte maniere d'esperimentatori, e tutti fanno gran sollazzi e feste avanti il gran Can, laonde tutti si rallegrano e consolansi. E quando tutto questo si è fatto, le genti si partono e ciascuno se ne torna a casa sua.
     
      Della festa grande che si fa per tutto il dominio del gran Can alli ventotto di settembre, ch'è il giorno della sua natività, e come egli veste ben ventimila uomini.
      Cap. 11.
     
      Tutti li Tartari e quelli che sono subditi del gran Can fanno festa il giorno della natività d'esso signore, qual nacque alli ventotto della luna del mese di settembre; e in quel giorno si fa la maggior festa che si faccia in tutto l'anno, eccettuando il primo giorno del suo anno, nel qual si fa un'altra festa, come di sotto si dirà. Nel giorno adunque della sua natività, il gran Can si veste un nobil drappo d'oro, e ben circa ventimila baroni e soldati si vestono d'un colore e d'una maniera simile a quella del gran Can: non che siano drappi di tanto prezzo, ma sono d'un medesimo color d'oro e di seta, e insieme con la veste a tutti vien data una cintura di camoscia lavorata a fila d'oro e d'argento molto sottilmente, e un paro di calze, e ne sono alcune delle vesti che hanno pietre preziose e perle per la valuta piú che di mille bisanti d'oro, come sono quelle delli baroni che per fedeltà sono prossimi al signore, e si chiamano quiecitari; e queste tali veste sono deputate solamente in feste tredeci solenni, le quali fanno i Tartari con gran solennità secondo tredeci lune dell'anno, di maniera che, come sono vestiti e adornati cosí riccamente, paiono tutti re.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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