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      E queste ceremonie non si fanno per qualunque infermo, ma una o due volte al mese per qualche grand'uomo ricco, la qual cosa ancora s'osserva in tutta la provincia del Cataio e di Mangi e quasi da tutti gl'idolatri, perché non hanno copia di medici: e in questo modo li demonii scherniscono la cecità di quelle misere genti.
     
      Come il gran Can soggiogò il regno di Mien e di Bangala.
      Cap. 42.
     
      Prima che procediamo piú oltre, narreremo una memorabile battaglia che fu nel sopradetto regno di Vociam. Avvenne che nel 1272 il gran Can mandò un esercito nel regno di Vociam e Carazan, per custodirlo e defenderlo da genti strane che lo volessero offendere, imperoché fino a quel tempo il gran Can ancora non avea mandato alcuno de' suoi figliuoli al governo de' suoi reami, come dopo vi mandò, perché sopra questo regno ordinò in re Centemur suo figliuolo. Il re veramente di Mien e Bangala dell'India, ch'era potente di genti, terre e tesoro, udendo che l'esercito de' Tartari era venuto a Vociam, deliberò di volerlo combattere e scacciare, accioché piú il gran Can non ardisse di mandar genti a' suoi confini. Però preparò un esercito grandissimo e gran moltitudine d'elefanti (perché di continuo ne teneva infiniti ne' suoi regni), sopra li quali fece far alcune baltresche e castelli di legno, dove stavano uomini a saettare e combattere: e in alcuni ve n'erano da dodici e sedici che commodamente potevano combattere. E oltre di questi messe insieme gran numero di cavalli armati e fanti a piedi, e prese il cammino verso Vociam, dove l'esercito del gran Can s'era fermato, e quivi s'accampò con tutto l'oste per riposarlo alquanti giorni.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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