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      Ivi sono dieci piazze principali, oltre infinite altre per le contrade, che sono quadre, cioè mezo miglio per lato. E dalla parte davanti di quelle v'è una strada principale, larga quaranta passa, che corre dritta da un capo all'altro della città, con molti ponti che la traversano, piani e commodi; e ogni quattro miglia si truova una di queste tal piazze, che hanno di circuito (com'è detto) due miglia. V'è similmente un canale larghissimo, che corre all'incontro di detta strada dalla parte di dietro delle dette piazze, sopra la riva vicina del quale vi sono fabricate case grandi di pietra, dove ripongono tutti i mercanti che vengono d'India e d'altre parti le sue robbe e mercanzie, acciò che le siano vicine e commode alle piazze. E in ciascuna di dette piazze, tre giorni alla settimana, vi è concorso di quaranta in cinquantamila persone, che vengono al mercato e portano tutto ciò che si possi desiderare al vivere, perché sempre v'è copia grande d'ogni sorte di vittuarie, di salvaticine, cioè caprioli, cervi, daini, lepri, conigli, e d'uccelli, pernici, fagiani, francolini, coturnici, galline, capponi, e tante anitre e oche che non si potriano dir piú, perché se ne allevano tante in quel lago che per un grosso d'argento veneziano se ha un paro d'oche e due para d'anitre. Vi sono poi le beccarie, dove ammazzano gli animali grossi, come vitelli, buoi, capretti e agnelli, le qual carni mangiano gli uomini ricchi e gran maestri; ma gli altri che sono di bassa condizione non s'astengono da tutte l'altre sorti di carni immonde, senza avervi alcun rispetto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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