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      Il medesimo fanno le loro donne e mogli, che sono bellissime, com'è detto, e allevate morbidamente e con gran delicatezze, e vestono con tanti adornamenti di seta e di gioie che non si potria stimare la valuta di quelle. E ancor che per li re antichi fosse ordinato per legge che ciascun abitante fosse obligato ad esercitare l'arte del padre, nondimeno, come diventino ricchi, gli è permesso di non lavorar piú con le proprie mani, ma ben erano obligati di tenere la bottega, e uomini che v'esercitassino l'arte paterna. Hanno le loro case molto ben composte e riccamente lavorate, e tanto si dilettano negli ornamenti, pitture e fabriche, che è cosa stupenda la gran spesa che vi fanno.
      Gli abitanti naturali della città di Quinsai sono uomini pacifici, per esser stati cosí allevati e avezzi dalli loro re, ch'erano della medesima natura. Non sanno maneggiar armi, né quelle tengono in casa; mai fra loro s'ode o sente lite overo differenzia alcuna. Fanno le loro mercanzie e arti con gran realtà e verità; si amano l'un l'altro, di sorte ch'una contrada, per l'amorevolezza ch'è fra gli uomini e le donne per causa della vicinanza, si può riputare una casa sola, tanta è la domestichezza ch'è fra loro, senz'alcuna gelosia o sospetto delle lor donne, alle quali hanno grandissimo rispetto: e saria reputato molto infame uno che osasse dir parole inoneste ad alcuna maritata. Amano similmente i forestieri che vengono a loro per causa di mercanzie e gli accettano volentieri in casa, facendoli carezze, e li danno ogni aiuto e consiglio nelle facende che fanno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Quinsai