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      Da questo claustro s'entrava poi in un andito largo sei passa, tutto coperto, ma era tanto longo che arrivava fino sopra il lago. Rispondevano in questo andito dieci corti da una banda e dieci dall'altra, fabricate a modo di claustri longhi, con li loro portichi intorno, e ciascun claustro overo corte avea cinquanta camere con li suoi giardini, e in tutte queste camere vi stanziavano mille donzelle che 'l re teneva a' suoi servizii; qual andava alcune fiate, con la regina e con alcune delle dette, a solazzo per il lago, sopra barche tutte coperte di seta, e anco a visitar li tempii degl'idoli. L'altre due parti del detto serraglio erano partite in boschi, laghi e giardini bellissimi, piantati d'arbori fruttiferi, dove erano serrati ogni sorte d'animali, cioè caprioli, daini, cervi, lepori, conigli: e quivi il re andava a piacere con le sue damigelle, parte in carretta e parte a cavallo, e non v'entrava uomo alcuno, e faceva che le dette correvano con cani e davano la caccia a questi tal animali; e dopo ch'erano stracche andavano in quei boschi che rispondevano sopra detti laghi, e quivi lasciate le vesti, se n'uscivano nude fuori ed entravano nell'acqua e mettevansi a nuotare, chi da una banda e chi dall'altra, e il re con grandissimo piacere le stava a vedere, e poi se ne ritornava a casa. Alcune fiate si faceva portar da mangiar in quei boschi, ch'erano folti e spessi d'alberi altissimi, servito dalle dette damigelle. E con questo continuo trastullo di donne s'allevò senza saper ciò che si fossero armi, la qual cosa alla fine li partorí che, per la viltà e dapocaggine sua, il gran Can li tolse tutt'il stato, con grandissima sua vergogna e vituperio, come di sopra si ha inteso.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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