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      Sono idolatri e sottoposti al gran Can, e fanno mercanzie. In questi contorni si trovano leoni fortissimi. Vi nasce il zenzero e galanga in gran copia e d'altre sorti di specie, e per una moneta che vaglia un grosso d'argento veneziano s'averà ottanta libre di zenzero fresco, tanto ve n'è abondanza. Vi nasce un'erba che produce un frutto che fa l'effetto e opera come se 'l fosse vero zaffarano, cosí nell'odore come nel colore, e nondimeno non è zaffarano, ed è molto stimata e adoperata da tutti gli abitanti ne' loro cibi, e per questo è molto cara. Gli uomini in questa regione mangiano volentieri carne umana, non essendo morta di malattia, perché la reputano piú delicata al gusto che alcun'altra. E quando vanno a combattere si fanno levar i capelli fino all'orecchie, e dipingere la faccia con color azzurro finissimo; portano lancie e spade, e tutti vanno a piedi, eccetto che 'l capitano a cavallo. Sono uomini crudelissimi, di modo che, come uccidono li nemici in battaglia, immediate li vogliono bevere il sangue e dopo mangiar la carne.
      Or, lasciando di questo, diremo della città di Quelinfu.
     
      Della città di Quelinfu.
      Cap. 76.
     
      Camminato che s'ha per questo paese per sei giornate, si truova la città di Quelinfu, la qual è nobile e grande. In detta città vi sono tre ponti bellissimi, perché sono longhi piú di cento passa l'uno e larghi otto, di pietra con colonne di marmo. Le donne di questa città sono bellissime e vivono con gran delicatezza. Hanno gran copia di seta, la qual lavorano in diverse sorti di drappi; item panni bombagini di fil tinto, che va per tutta la provincia di Mangi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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