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      Sono le navi inchiavate in questo modo: tutte sono doppie, cioè che hanno due mani di tavole una sopra l'altra intorno intorno, e sono calcate con stoppa dentro e di fuori e inchiodate con chiovi di ferro; non sono impegolate, perché non hanno pece, ma l'ungono in questo modo: tolgono calcina e canapo e taglianlo minutamente, e pestato il tutto insieme mescolano con un certo olio d'arbore, che si fa a modo d'un unguento, ch'è piú tenace del vischio e miglior che la pece. Queste navi che sono grandi vogliono trecento marinari, altre dugento, altre centocinquanta, piú e manco, secondo che sono piú grandi e piú picciole, e portano da cinque in seimila sporte di pevere. E già per il passato solevano esser maggiori che non sono al presente, ma, avendo l'empito del mare talmente rotto l'isole in molti luoghi, e massime nei porti principali, che non si trovava acqua sofficiente a levar quelle navi cosí grandi, però sono state fatte al presente minori.
      Con queste navi si va anco a remi, e cadauno remo vuol quattro uomini che 'l voghi. E queste navi maggiori menano seco due e tre barche grandi, che sono di portata di 1000 sporte di pevere e piú, e vogliono al suo governo da sessanta marinari, altre da ottanta, altre da cento. E quelle piú picciole aiutano spesso a tirare le grandi con corde quando vanno a remi, e ancora quando vanno a vela, se il vento è alquanto da traverso, perché le picciole vanno avanti le grandi e, legate con le corde, tirano la nave grande; ma se hanno il vento per il dritto no, perché le vele della maggior nave impedirebbono che 'l vento non ferirebbe nelle vele delle minori, e cosí la maggiore andrebbe adosso alle minori.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136