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      Truovasi anco noci d'India, grosse com'è il capo dell'uomo, le quali sono buone da mangiare, dolci e saporite e bianche come latte, e il mezo della carnosità di detta noce è pieno d'un liquore come acqua chiara e fresca, e di miglior sapore e piú delicato che 'l vino overo d'alcun'altra bevanda che mai si bevesse. Mangiano finalmente ogni sorte di carni, buone e cattive, senza farli differenza alcuna.
     
      Del quarto regno di Dragoian.
      Cap. 14.
     
      Dragoian è un regno che ha re e favella da sua posta; quelle genti sono salvatiche e adorano gl'idoli, e si chiamano per il gran Can. E direnvi un'orrenda loro consuetudine, ch'osservano quand'alcun di loro casca in qualche infermità. Li parenti suoi mandano per li maghi e incantatori, e fanno che costoro vedino ed esaminino diligentemente se questi infermi hanno da guarire o no; e questi maghi, secondo la risposta che fanno li diavoli, gli rispondono s'ei dee guarire. E se dicono di no, i parenti dell'infermo mandano per alcuni uomini (a questo specialmente deputati), che sanno con destrezza chiudere la bocca dell'infermo, e soffocato che l'hanno lo fanno in pezzi e lo cuocono, e cosí cotto i suoi parenti lo mangiano insieme allegramente, e tutto integramente fino alle midolle che sono nell'ossa, di modo che di lui non resta sostanza alcuna, percioché se vi rimanesse dicono che crearebbe vermini, e mancando ad essi il cibo morrebbono: e per la morte di questi tal vermini dicono che l'anima del morto patirebbe gran pena. E poi, tolte l'ossa, le ripongono in una bella cassetta picciola, e portanla in qualche caverna ne' monti e la sepeliscono, accioché non siano tocche da bestia alcuna.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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