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      E perché, avanti che s'arrivi dove abitano detti Tartari, v'è una pianura longa il cammino di quattordici giornate, tutta disabitata e come un deserto, e la causa è perché vi sono infinite lagune e fontane che l'inonda, e per il gran freddo stanno quasi di continuo agghiacciati, eccettuando alcuni mesi dell'anno che 'l sole le disfà, e v'è tanto fango che piú difficilmente vi si può passar a quel tempo che quando v'è il ghiaccio: e però detti popoli, accioché li mercanti possano andare a comprar le loro pelli, ch'è la sola mercanzia che si truovi appresso di loro, s'hanno ingegnato di far che questo deserto si possa passare, in questo modo, che in capo d'ogni giornata v'hanno fabricate case di legname alte da terra, dove commodamente vi possano star le persone che ricevono i mercanti, e che poi li conducono la seconda giornata all'altra posta overo casa; e cosí di posta in posta se ne vanno fino alla fine di detto deserto. E per esser i ghiacci grandi hanno fatto una sorte di carri, che quelli ch'abitano appresso di noi sopra monti aspri e inaccessibili li sogliono usare, e si chiamano tragule, che sono senza ruote, piani nei fondi, e si vengono alzando da' capi a modo di un semicirculo, e scorrono per sopra la ghiaccia facilmente. Hanno per condur dette carrette preparata una sorte d'animali simili a' cani, e quasi che si possono chiamar cani, grandi come asini, fortissimi e usati a tirare, de' quali ne ligano sotto al carro sei a due a due, e il carrettier li governa, e sopra detto carro non vi sta altro che lui e il mercante con le dette pelli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Tartari