Pagina (373/1136)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Prese ancora senza contrasto tutte le terre fino al paese degli Assassini, i quali sono uomini infedeli e senza legge; ubbidiscono perň al loro signore, che gl'instruisce e ammaestra, il qual si chiama vulgarmente Sexmontio, a compiacenza e comandamento del quale, spontaneamente e senza dubitazione alcuna, s'offerivan alla morte. Aveano detti Assassini un castello inespugnabile, chiamato Tigado, il qual era fornito di tutte le cose necessarie, ed era tanto forte che non temeva da alcuna banda esser assaltato. Tuttavolta Haloon comandň a un certo capitano che, tolti diecimila Tartari, i quali esso avea lasciati per guardia della Persia, e che con quelli assediasse il detto castello, e di quivi non si partisse fin che non lo prendesse. Onde i predetti Tartari stettero in quell'assedio sette anni intieri, cosí di verno come di state, che mai lo poterno conquistare; alla fine gli Assassini s'arresero per bisogno di vestimenta, non di vettovaglie o d'altre cose necessarie.
      Nel tempo che Haloon attendeva alla guardia del regno di Persia e all'assedio del detto castello, il re d'Armenia prese da lui licenza di tornarsene nel suo regno, per esser stato molto tempo lontano da quello. Haloon gliela diede, e appresso grandissimi doni, comandando ancora a Baydo, il quale faceva residenza nel regno di Turquia, ch'ei lo facesse accompagnare sicuramente fino al suo regno: il comandamento del quale fu al tutto adempito, e cosí in termine di tre anni e mezo il re d'Armenia se ne ritornň a casa sano e salvo, per la grazia di messer Giesú Cristo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Assassini Sexmontio Assassini Tigado Haloon Tartari Persia Tartari Assassini Haloon Persia Armenia Baydo Turquia Armenia Giesú Cristo