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      E ferendo i Tartari nell'ultima schiera, presero duemila cavalieri saraceni insieme con Parvana, e acquistarono molte ricchezze; presero ancora cinquemila famiglie de' Curdi, i quali abitavano in quel paese. Venuto Abaga fino a' confini d'Egitto, fu consigliato non andar piú avanti, per il gran caldo qual è in quel paese, percioché né i Tartari né i loro animali, che con tanta fretta erano venuti cosí di lontano, averiano potuto tollerare la fatica né il caldo: e per questo Abaga tornò in Turquia, guastando e mandando per terra tutte le terre che gli erano state ribelle e s'erano arrese al soldano. Poi, secondo il costume de' Tartari, fece partire per mezo Parvana traditore con tutti i suoi seguaci, e comandò che in tutti i cibi ch'esso era per mangiare fosse posta della carne del traditor Parvana, della quale ne mangiò esso Abaga e ne diede a mangiare a tutti i suoi baroni. Questa è la pena ch'Abaga diede a Parvana traditore.
     
      Come Abaga Cham offerse il regno di Turquia al re d'Armenia, il qual ricusò d'accettarlo; e come il soldano d'Egitto fu avvelenato.
      Cap. 18.
     
      Dopo ch'Abaga ebbe adempito il suo volere del regno di Turquia, e che li Tartari furono fatti tutti ricchi di bottini ch'aveano acquistati contra li ribelli saraceni, chiamò a sé il re d'Armenia e gli offerse il regno di Turquia, per esser stato il padre e lui ancora sempre fedeli verso la signoria de' Tartari. Il re d'Armenia, come savio e prudente, riferí grazie ad Abaga di tanto dono, e saviamente si scusò di volerlo accettare, dicendo non esser bastevole a governare commodamente due regni, percioché il soldano d'Egitto era ancor gran signore e tutto intento a' danni dell'Armenia, per il che gli pareva fare assai se poteva contra di lui prevalersi; pure lo consigliò, quanto al regno di Turquia, ciò che si dovea fare prima che si partisse, acciò che poi non temesse di ribellione: cioè che dividesse detto regno in molte parti, e a ciascuna desse un governatore che la reggesse, né a saraceno alcuno desse signoria o potere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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