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      Or, camminando l'esercito, noi giugnemmo alla riva del gran fiume Eufrate, trovando e ville e castella abbandonate, e assai anche abbruciate. Arrivammo poi al passo del detto fiume, e gli aganzi, passati senza contrasto, andorno per spazio d'una giornata all'altra banda, facendo alcune prede di bestiami minuti; ritornati che furono al campo, ci levammo, indrizzando il cammino alla volta d'Ersenia, città abbandonata per avanti, dove alloggiò il campo per una notte. E partitosi giugnemmo dopo quattro giorni a Caratsar, la quale è posta sopra un monte negro, ed è fortissima di sito, per aver grandissimi dirupi d'ogn'intorno, se non da un lato, dove ha un poco di spazio per il qual si può andare alla porta per una via storta e aspra.
      Quivi essendo noi accampati, quei della terra stavano alle mura taciti, e provisti di pali aguzzi e di molti archi; nel principio essi non volevan ascoltare né parlare a persona alcuna, ma tiravano e ferivano chiunque s'avvicinava, sí che fu forza mettervi cinque bocche di bombarde, due delle quali furono condotte sopra un monticello non troppo distante dalla città, e queste facevano gran danno. E avendola battuta per 15 giorni, ne morirono assai di quei della terra, onde essendo sbigottiti vennero a parlamento. Eravi dentro per governatore uno chiamato Aarap, ed era uomo del signor Zeinel, figliuolo di Ussuncassano, che fu ucciso nella sopradetta battaglia: e questo signor Zeinel possedeva questo sangiaccato over paese. Intendendo Aarap che 'l suo signore era morto, ed essendogli anche mostrata la sua testa, pianse amaramente, e insieme con alcuni della terra deliberò di rendersi salvo l'avere e le persone: e fu promesso dal gran Turco di dargli condotta, e cosí, il decimosettimo giorno dopo che ci fummo accampati, si rendettero.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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