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      I sofiani si fornirono d'arme e di cavalli e fecero molti altri bottini, seguitando la vittoria alla volta di Sumacchia. Il signore, intesa questa rotta, fece tutto 'l suo sforzo e uscí con altre sue genti alla campagna, ma, andando senza ordine alcuno, furono rotti, e il signor Sermangoli preso, al quale Ismaele donò la vita. E avendo avuta la città in suo potere, fece molti doni a' suoi soldati; ebbe anche tutti i luoghi del paese di Sermangoli, che sono molti.
      Fattosi Ismael signore del paese, assediò un castello detto Pucosco, ch'è verso Tauris, luogo molto ricco, e pigliollo per forza: e nella battaglia fu morto il fratello suo minore, nominato Bassingur. Trovò in questo luogo molte ricchezze, le qual tutte donò a' suoi soldati, onde la fama era sparsa come Ismael figliuolo di Sechaidar era entrato in stato, ed era liberale di modo ch'ognuno gli diventava affezionato, e concorreva a lui tanta gente ch'era cosa incredibile. E trovandosi al suo servizio forse quarantamila persone, deliberò di voler andare alla volta di Tauris, ma, avanti ch'egli si mettesse in cammino, volse intendere quello che volevano far i Greci, però che erano tenuti all'imperio di Persia; e avuta risposta che essi non volevano impacciarsi in cosa alcuna, ma esser amici di ciascuno, s'incamminò a Tauris, facendo grandissime crudeltà, onde tutti erano posti in grande spavento, né ardivano pigliar l'arme contro di lui. E vedendosi Alvan, ch'allora era signore, esser senza aiuto, né potersi difender dalla furia del nimico, astretto da necessità, pensò di levarsi: pigliato adunque il suo avere, con la moglie andò in Amit, dove stava per avanti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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