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      Essendo passato l'anno del'8, i Tartari se ne tornarono al lor paese, e Ismael similmente a Tauris, per la qual tornata gli drizzarono tutti i bazzarri e adornarono i palazzi, facendo grandissime feste e giuochi, come qui di sotto intenderete.
      Il signor Sofí aveva fatto mettere una grande antenna nel misdano, che vuol dir nella piazza, sopra la quale aveva fatto mettere un pomo d'oro: poi coi loro archi e con alcuni bolzonetti fatti a posta gli tiravano correndo, e chi lo gittava a terra se lo toglieva per suo. Ne mettevano anche d'argento, insin alla somma di venti, dieci d'oro e dieci d'argento, e poi dopo ogni pomo che veniva gittato Ismael si riposava un pezzo, cibandosi di diverse confezioni e vini delicatissimi. E mentre ch'egli giuoca, sempre gli stanno innanzi due ragazzi belli come angeli, uno de' quali tiene in mano un vaso d'oro con una coppa, e l'altro due scatole di delicate confezioni. Parimente, quando egli giuoca, tien sempre mille provisionati alla guardia della sua persona, oltra quelli che stanno d'ogn'intorno a veder giuocare, i quali possono essere piú di trentamila tra soldati e cittadini. Poi che ha giuocato, egli insieme co' baroni se ne va a cenare a un palazzo ch'è fuori della terra: è ben vero che i baroni cenano tra loro; e questo palazzo lo fece fabricare il signor Assambei.
      Questo Sofí è bellissimo, biondo e graziosissimo, e non è di molto grande statura, ma egl'ha una leggiadra e bella persona: è piú tosto grasso che magro, e largo nelle spalle. Ha la barba di pelo rosso, ma porta solamente mostacchi; adopera la man sinistra in cambio della destra, ed è gagliardo come daino, e piú forte ch'alcun de' suoi baroni: e quando egli giuoca all'arco, dei dieci pomi che sono gittati esso ne gitta sette; e in tanto ch'egli giuoca sempre si suonano varii stromenti e cantansi le sue laudi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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