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      Cap. 1.
     
      Del 1436 cominciai andar al viaggio della Tana, dove a parte a parte sono stato per spazio d'anni 16, e ho circondato quelle parti, cosí per mare come per terra, con diligenza e quasi curiosità. La pianura di Tartaria, a uno che fusse in mezo di quella, ha dalla parte di levante il fiume d'Erdil, altramente detto la Volga; dalla parte di ponente e maestro la Polonia; dalla parte di tramontana la Rossia; dalla parte d'ostro, la qual guarda verso il mar Maggiore, l'Alania, Cumania, Gazaria: i quali luoghi tutti confinano sul mar delle Zabache, ch'è la palude Meotide, e conseguentemente è posta tra li sopradetti confini. E acciò che io sia meglio inteso, io anderò discorrendo in parte del mar Maggiore per riviera, e in parte infra terra, fin ad un fiume domandato Elice, il qual è appresso Capha circa 40 miglia; passato il qual fiume si va verso Moncastro, dove si truova il Danubio, fiume nominatissimo: e di qui avanti non dirò cosa alcuna, per esser luoghi assai piú domestici.
      La Alania è derivata da' popoli detti Alani, li quali nella lor lingua si chiamano As: questi erano cristiani, e furon scacciati e distrutti da' Tartari. La regione è per monti, rive e piani, dove si truovano molti monticelli fatti a mano, li quali sono in segno di sepolture, e ciascun di loro ha un sasso in cima grande con certo buso, nel quale mettono una croce d'un pezzo fatta d'un altro sasso. E di questi monticelli ce ne sono innumerabili, in uno de' quali intendevamo esser ascoso grande tesoro, conciosiaché, nel tempo che messer Pietro Lando era consolo alla Tana, venne uno dal Cairo, nominato Gulbedin, e disse come, essendo al Cairo, avea inteso da una femina tartara che in uno di questi monticelli, chiamato Contebbe, era stato nascosto per questi Alani un gran tesoro; la qual femina eziandio gli aveva dati certi segnali, cosí del monte come del terreno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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