Pagina (579/1136)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In questa maniera, com'ho detto, camminava questo infinito popolo de' Tartari. E fra gli altri animali che questo popolo cosí andando cacciava, erano pernici e alcuni altri uccelli che noi chiamiamo gallinaccie, i quali hanno la coda corta a modo di gallina, e stanno con la testa dritta come galli, e sono grandi quasi come pavoni, i quali simigliano eziandio nel colore, non intendendo della coda: onde (per esser la Tana fra monticelli di terreno e fosse assai, per spazio di dieci miglia intorno, dove già fu la Tana antica) maggior numero del consueto si venne ascondere fra detti monticelli e valli non frequentate. Una cosa è, che atorno le mura della Tana e dentro a' fossi erano tante pernici e gallinaccie che pareva che tutti detti luoghi fossero cortivi di qualche buoni massari. Li putti della terra ne pigliavano qualcuna e davanle due per un aspro, che vien l'una otto baggattini nostri.
     
     
      In che modo un frate di San Francesco pigliava grandissima quantità di gallinaccie. Del gran numero di gente ch'era nell'esercito de' Tartari. Della maniera de' carri e delle case di quelle genti, e come si fabrichino.
      Cap. 4.
     
      Ritrovandosi a quel tempo nella Tana un frate Therino dell'ordine di S. Francesco, con un rizaglio, facendo di due cerchi piccioli un grande, e ficcando un palo alquanto storto in terra fuor delle mura, ne pigliava dieci e venti al tratto: e vendendole trovò tanti denari che di quelli comprò un garzon circasso, al quale pose nome Pernice e fecelo frate. La notte ancora nella terra si lasciavano le finestre aperte con qualche lume dentro, e alcuna volta ne venivano per sino in casa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Tartari Tana Tana Tana San Francesco Tartari Tana Therino S. Francesco Pernice